TARANTISMO
Il tarantismo è un fenomeno culturale, storico e religioso del Salento, nato nel Medioevo e protrattosi fino al ‘900; è portato alla conoscenza nazionale nel 1961 dall’antropologo Ernesto De Martino con la pubblicazione del libro La terra del rimorso. Contributi per una storia religiosa del Sud. Il testo riporta e analizza i dati raccolti durante la spedizione in Salento del 1959. De Martino definisce il tarantismo come «una formazione religiosa minore, prevalentemente contadina, ma coinvolgente un tempo anche i ceti più elevati, caratterizzata dal simbolismo della taranta che morde e avvelena, della danza e dei colori che liberano da questo morso avvelenato». In questo rito la musica ha la funzione regolatrice di un disturbo e di una difficoltà. I malati una volta guariti venivano a ringraziare San Paolo nella cappella a lui dedicata sita nella piazza principale di Galatina.
Il culto di San Paolo compare nella storia della guarigione intorno al 1700. Si narra che il Santo si fermò a Galatina durante un viaggio per Roma e, per ringraziare la famiglia ospitante, concesse al capofamiglia e ai suoi discendenti in linea maschile, il privilegio di guarire tutti coloro che erano stati punti da ragni e scorpioni o morsi da serpenti, eseguendo un segno della croce sulla ferita e facendo bere l’acqua del pozzo benedetto.
Lo storico locale, il domenicano Alessandro Arcudi, nel suo testo del 1699, Anatomia degli ipocriti, partendo da suoi ricordi diretti, scrive che per guarire ed eliminare il veleno delle tarantole è necessario sia l’intervento musicale, sia quello di alcune donne dotate di un privilegio particolare: guarivano i malati sputando sulla ferita. Tale dote era trasmessa per linea femminile e lo sputo medicinale era un’operazione propedeutica ai balli, pena l’inefficacia. Le donne ricordate dall’Arcudi sono Francesca e Polisenna Farina, le quali non avendo figlie femmine, sputarono nel pozzo per lasciare il loro privilegio e donarono alla Città di Galatina l’abitazione con l’obbligo di costruire una cappella dedicata a San Paolo. La famiglia privata che acquistò l’abitazione mantenne questo obbligo e la cappella è ancora esistente, anche se sconsacrata. Comunque grazie alla protezione di San Paolo non si sono mai verificati casi di tarantolismo nel feudo di Galatina.
A seguito dello studio di Ernesto de Martino e della sua equipe, si è approfondito il fenomeno dal punto di vista medico, musicale, culturale come riportato dalla bibliografia allegata.
Il museo conserva e custodisce le foto di Franco Pinna, il fotografo della spedizione di De Martino, concesse in prestito dal fotografo Roberto Cazzato di Galatina, un’interessante antologia di scritti sull’argomento dal 1300 al 1900 curati dalla d.ssa Loredana Viola, la pubblicazione della prima tesi di laurea (1906) scritta da Francesco De Raho, Il tarantolismo nella superstizione e nella scienza, i quadri dell’artista Luigi Caiuli e altri documenti.
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LUIGI CAIULI (1940 – 2021)
Luigi Caiuli nasce a Lecce nel 1940 e dopo aver conseguito nel 1956 il diploma presso l’Istituto d’ Arte…
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GIOVANNI VALENTINI (1939 – 2021)
Studia a Napoli, Roma, Milano dove incontra Fontana, Argan e Munari con i quali intrattiene rapporti di stima e amicizia.
MUSEO CIVICO CAVOTI
SALE E COLLEZIONI
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FONDO CAVOTI
Pietro Cavoti era uno studioso dai molteplici interessi come dimostrano tutti i documenti conservati al museo. …
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GAETANO MARTINEZ
(1892 – 1951)
Gaetano Martinez è uno scultore autodidatta che si forma e opera tra la città natale di Galatina …
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STORIA PATRIA
Nella sala dedicata alla storia patria sono presenti:
CARLO MAURO e LUIGI VIOLA…
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SALA CIMELI BELLICI
La Sala dei cimeli bellici espone armi da fuoco e armi bianche risalenti al 19° e 20° secolo e una divisa della Guardia Reale Borbonica….
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PINACOTECA
La pinacoteca è costituita da 32 dipinti realizzati per la maggior parte con la tecnica dei colori ad olio. Le tele sono databili tra il 17° e il 19° secolo …